Catalogo arte moderna Mondadori Cairo Editore
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La storia del CAM

Come è nato e si è evoluto il Catalogo dell'Arte Moderna

Da sempre il CAM è considerato l’annuario che meglio definisce il rapporto con il tessuto contemporaneo italiano grazie alla ricchezza delle informazioni, con oltre 900 artisti presentati in ordine alfabetico, le immagini che ne documentano la produzione più recente, attività espositive, referenze, aggiudicazioni d’asta, valutazioni di mercato, note biografiche e critiche: ecco la sua storia

La storia: gli anni sessanta

Scriveva Luigi Carluccio nell'editoriale di apertura della prima edizione del CAM nel 1962:

"il presente volume, il primo della serie, (...) intende diventare col tempo uno strumento maneggevole, gradevole e utile per la corretta valutazione dei fatti della vita artistica italiana."

La storia: gli anni settanta

Il Catalogo entra negli anni Settanta con la consapevolezza di essere ormai diventato un punto di riferimento nel settore. Al punto che l’edizione del 1973 viene pubblicata in due volumi, entrambi con immagini di Ugo Mulas.

Il Catalogo del 1974 è il n. 10, importante per il suo significato simbolico e  l’ultimo con il sottotitolo “Il collezionista d’arte moderna”, che lascia il posto a volume “critico e finanziario”. Anni in cui il volume esce in più inserti raccolti in cofanetto e un certo numero di critici chiamati a segnalare gli artisti. Tra i segnalatori vanno ricordati tra gli altri, negli anni, Gillo Dorlfes e Dino Buzzati. 

Nel numero 11 viene aggiunto l’indice sui prezzi delle aste e, nel 12, viene lanciata un’operazione avveniristica: il mercato internazionale con un file (siamo nel 1976!) che raccoglieva i dati di aste e mostre nel mondo, 450 artisti e 1250 opere vendute con i relativi prezzi.

La copertina del n. 13 “entra” nello studio di Michelangelo Pistoletto. Mentre sulla copertina del 1978, l’anno dei tre papi (Montini, Luciani e Wojtyla), campeggia il ritratto di Paolo VI, la scultura in legno di Floriano Bodini. Anno importante per la storia della Chiesa e per il mondo dell’Arte, con la scomparsa di un gigante del Novecento, Giorgio de Chirico. 

Si chiude il decennio con la copertina del 1979 dedicata a Giulio Paolini.

La storia: gli anni ottanta

Arriva il 1980, con lo storico cambiamento dell’Editore: non più Giulio Bolaffi ma Giorgio Mondadori

Sono anni fecondi per il mondo dell’arte, con Milano sede di due importanti mostre: nel 1986 alla Rotonda della Besana si inaugura “Nuovo Futurismo”, mostra curata da Renato Barilli e Flavio Caroli, nel gennaio 1987 “The Last Supper” a Palazzo delle Stelline, in cui Andy Warhol rivisita l’Ultima Cena di Leonardo. Sarà l’ultima esposizione di Warhol, che si spegnerà un mese dopo. 

 

Nel gennaio 1987 muore Renato Guttuso, nell’ottobre viene a mancare Giulio Bolaffi, l’editore che nel 1962 pubblicò la prima edizione dell’attuale CAM.

La storia: gli anni novanta

Un anno importante il 1989. Per la caduta del Muro di Berlino ma non solo: in Italia si chiudono anche gli anni della “Milano da bere” e la copertina dell’edizione successiva, quella del 1990 (n. 26), Il dio denaro di Ugo Nespolo, sembra la denuncia di eccessi che pagheremo tutti. 

La cover successiva (1991, n. 27), con l’esplosione del bengala di Mattia Moreni, sembra anticipare la "bomba" di Tangentopoli. Nel 1992 il Comune di Milano acquista il nucleo principale della collezione Jucker, con capolavori di Boccioni, Severini, Morandi, Balla, che confluirà poi nel Museo del Novecento, inaugurato nel 2010 all’Arengario.

Sono anni importanti anche per il ruolo di Torino città dell’arte: è del 1994 la prima edizione di “Artissima”, mostra a vocazione sperimentale e internazionale. Nel 1995 nasce la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che da allora sostiene i giovani artisti.

La Storia: gli anni Duemila

Nell’anno di passaggio tra i due millenni, il Catalogo n. 36 onora l’evento con l’opera Senza titolo di Mario Schifano, un protagonista assoluto del secondo Novecento. L’arco teso del suo cacciatore color ocra sta per scoccare il dardo, forse verso un futuro minaccioso? 

Nello stesso anno nasce il “Premio Cairo”, che diventerà un punto di riferimento per la giovane arte italiana. 

È con il 2006 (CAM n. 42) che l’annuario assume l’attuale titolo Catalogo dell’Arte Moderna, con relativo sottotitolo “Gli artisti italiani dal primo Novecento ad oggi”. Una scelta condivisa con il curatore di allora, Paolo Levi, e resasi opportuna per rendere meglio i contenuti della pubblicazione, che con il tempo aveva dovuto rinunciare ad alcuni artisti dei primi decenni del Novecento (spesso fuori mercato) e, al contempo, aveva voluto ampliare la platea degli artisti contemporanei. In copertina Ho chiuso gli occhi per vedere, opera metafisica di Antonio Nunziante

Nel 2007 il PAC di Milano dedica una grande mostra ad Ugo Mulas, indimenticato fotografo delle prime cover del Catalogo.

Sono trascorsi alcuni anni dalla tragedia delle “due torri” di New York ma l’immaginario collettivo non dimentica. Come non dimentica l’artista Pietro Mancuso, che la rappresenta nell’opera 11 Settembre, copertina del CAM del 2009.

La Soria: gli anni Duemila, il secondo decennio

L’edizione n. 49 (2013), presenta una novità importante: la consulenza critica viene affidata allo storico dell’arte Giovanni Faccenda, che prende il posto di Paolo Levi, per molti anni figura di riferimento del Catalogo. Ed è un esplosivo Toro che emerge da uno sfondo rosso-arancio l’opera di copertina, olio su tela di Mauro Capitani, pittore di solida formazione e curriculum.

 

Un’edizione storica, unica, speciale è quella del 2014, la n. 50. Preziosa come il colore oro, scelto per incorniciare I signori libri, tempera su tavola di Armodio, in cui si colgono abilità tecnica, senso della luce, ironia ed enigma, elementi che hanno reso l’artista piacentino protagonista della pittura metafisica contemporanea. 

 

Si conclude, per il momento, il nostro racconto attraverso la lunga storia del CAM, dal 1962 ad oggi. Un racconto che molto probabilmente bisogna retrodatare di almeno un paio d’anni. Bisogna infatti immaginare che il progetto del Catalogo risalga al 1960, quando l’editore Giulio Bolaffi e lo storico dell’arte Luigi Carluccio danno vita a quello che sarebbe diventato il più longevo prodotto editoriale di genere.  

Nata in origine per dare risposta al mondo del collezionismo, la pubblicazione si trasforma e si rafforza iniziando un dialogo allargato. Ai collezionisti si aggiungono galleristi, artisti, critici d’arte, organizzatori, operatori del settore artistico-culturale e i tanti appassionati d’arte. 

Sessant’anni dopo il Catalogo dell’Arte Moderna si conferma come fondamentale strumento di consultazione e di promozione nel settore. Rimanendo al passo coi tempi.