Gino Severini

Cortona (AR), 7 aprile 1883 - Parigi, 26 febbraio 1966

Trasferitosi nel 1899 a Roma, Gino Severini frequenta la Scuola libera di nudo. Nel 1901 conosce Umberto Boccioni e insieme frequentano lo studio di Giacomo Balla, avvicinandosi alla tecnica divisionista.

 

Dal 1906 si trasferisce a Parigi. Dopo le prime esperienze divisioniste, il suo linguaggio si arricchisce, grazie alla pittura di Signac e Seurat; successivamente accoglie elementi cubisti. Le sue opere celebrano lo spettacolo lieto della vita parigina, con una visione essenzialmente lirica. Nel 1916 elabora la teoria di un nuovo classicismo, proponendo il ritorno a una figurazione basata sulle leggi esatte della geometria e della proporzione, idee che mette in pratica fra l’altro in una vasta produzione di Arlecchini e Pulcinella.

 

Divenuto amico nel 1923 del filosofo cattolico Jacques Maritain, realizza decorazioni di soggetto sacro in numerose chiese svizzere fino ai primi anni Trenta. Anche dopo il suo rientro in Italia (1935), continua a dedicarsi intensamente alla pittura parietale e al mosaico. Dopo il 1945 ritorna a temi cubo-futuristi, svolti in chiave del tutto astratta.