Il razzo di Goshka Macuga nel cortile di Palazzo Strozzi, Firenze
Credits: Courtesy di Palazzo Strozzi, photo Era Bialkowska Okno Studio

La grande mostra della Fondazione Sandretto a Palazzo Strozzi

di Stefano Castelli

Cattelan, Krueger, Hirst: ecco chi espone a Firenze

Una mostra evento a Firenze per raccontare la celebre collezione d'arte contemporanea torinese: la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo viene mostrata con un percorso accessibile, raccontando la sua storia e quella dell'arte italiana e non solo attraverso grandi nomi come Maurizio Cattelan, Anish Kapoor, Vanessa Beecroft e Cindy Sherman. 

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Palazzo Strozzi: cosa vedere

Dopo il “boom” delle mostre su grandi protagonisti come Jeff Koons e Olafur Eliasson, Palazzo Strozzi a Firenze prosegue la sua esplorazione del contemporaneo con una collettiva che celebra i trent’anni della Collezione Sandretto Re Rebaudengo e, così facendo, traccia una storia (ovviamente parziale, ma rappresentativa) dell’arte contemporanea dagli anni Novanta in poi. Artisti consolidati ed esponenti delle ultime generazioni dialogano in un percorso tematico suddiviso in nove sezioni, componendo un “cast” che giustifica il titolo della rassegna, Reaching for the stars. Come spiega Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra, «è un titolo da intendersi nel doppio senso di “scoprire le stelle dell’arte” ma anche di “puntare alle stelle”, perché il percorso che intraprende ogni collezionista è paragonabile a un viaggio intergalattico, stellare. Soprattutto nel campo del contemporaneo: se con l’arte storica è possibile giocare su valori sicuri, e si compie dunque un “viaggio terrestre”, con il contemporaneo si viaggia verso l’ignoto, senza sapere dove ci porterà la rotta».

Il percorso della mostra a Palazzo Strozzi: gli inizi della collezione Sandretto

Il percorso si dipana dal piano nobile e riunisce 72 opere scelte tra le circa mille che compongono la raccolta. La sezione iniziale, God save the Queen, si apre con la prima opera acquisita da Patrizia Sandretto, 1000 names di Anish Kapoor del 1983, scultura di piccole dimensioni caratterizzata dall’uso del pigmento rosso, decisamente più minimale delle odierne “muscolari” creazioni dell’anglo-indiano. Dopo questo inizio anni Ottanta, ci si immerge nella Londra del decennio successivo – luogo e momento di origine della collezione e periodo “mitico” per l’arte contemporanea, passaggio fondante per molta arte successiva: tra vanitas, memento mori e altri temi, si incontrano tra l’altro le tele popolate di farfalle di Damien Hirst, i ritratti capovolti di Glenn Brown, i perturbanti tableaux di Sarah Lucas.

L'opera "Have you seen me before?" di Paola Pivi in mostra a Palazzo Strozzi
Courtesy di Palazzo Strozzi, photo Era Bialkowska Okno Studio
L'opera "Have you seen me before?" di Paola Pivi in mostra a Palazzo Strozzi
L'indagine sull'artista contemporaneo e la storia dell'Italia raccontata da artisti italiani

La tappa successiva (ogni sezione occupa una sala, in una scansione ben leggibile) si intitola Art matters. Qui, l’artista contemporaneo viene indagato come un moderno alchimista, impegnato nella sperimentazione sempre più varia e complessa sui materiali. Un’opera-simbolo in questo senso è la scultura che produce schiuma di David Medalla, ma ci sono anche i quadri “all’uncinetto” di Rosemarie Trockel e i “frottage/trasferelli” di Rudolf Stingel, come li definisce scherzosamente Galansino.

Opere di Maurizio Cattelan in mostra a Palazzo Pitti
Opere di Maurizio Cattelan in mostra a Palazzo Pitti

L’arte di casa nostra è invece protagonista di Made in Italy, un “all star” di artisti italiani odierni celebri anche all’estero: Vanessa Beecroft, Lara Favaretto, Paola Pivi, Roberto Cuoghi e, il più presente come numero di opere, Maurizio Cattelan. «Oltre che di artisti italiani», commenta il curatore, «qui si parla molto dell’Italia: le Brigate Rosse, l’immigrazione, gli attentati mafiosi di inizio anni Novanta... Generalmente con un tono pop-ironico, ma consapevole della drammaticità dei temi».

Fotografia, arte politica e femminile: le artiste straniere e italiane della Collezione Sandretto

Nella sala Identities il filo conduttore è la necessità di riappropriarsi di sé e di reinventarsi nella società di massa avanzata, attraverso le opere di Cindy Sherman, Shirin Neshat, Barbara Kruger. A sua volta Places getta uno sguardo sulla fotografia contemporanea concentrandosi sulla scuola di Düsseldorf; Bodies testimonia invece del ritorno alla figurazione in scultura e in pittura, partendo da precursori come Charles Ray e giungendo ai più giovani. «Anche qui, il taglio è decisamente politico, in particolare nei lavori di Andra Ursuta e Lynette Yiadom-Boakye – i dipinti di quest’ultima ci parlano dell’assenza dei corpi di colore nella storia dell’arte».

In parallelo, nella dinamica di continui flussi e riflussi che caratterizza il contemporaneo, c’è anche il ritorno all’astrazione evidenziato nella sezione Abstractions che comprende innovatori come Tauba Auerbach, Wayde Guyton, Albert Oehlen, Cecily Brown, ma anche la fotografia di Wolfgang Tillmans. Più immaginifica l’atmosfera della sezione Mythologies, così raccontata da Galansino: «Sembra, per certi versi, una mostra a parte: nell’installazione di Adrian Villar Rojas, nell’enorme Sirena di Thomas Schütte si crea un’archeologia di un futuro da film di fantascienza con corpi contaminati, corrotti dal tempo, anzi catalizzatori del tempo». In questa sezione anche Giulia Cenci (vincitrice del Premio Cairo 2022).

Barbara Krueger in mostra a Palazzo Strozzi a Firenze
Courtesy di Palazzo Strozzi, photo Era Bialkowska Okno Studio
Barbara Krueger in mostra a Palazzo Strozzi a Firenze
Il grande razzo nel cortile di Palazzo Strozzi: cosa significa

La videoarte, per anni protagonista incontrastata di biennali e grandi rassegne, è rappresentata nella sezione Stories: qui si spazia «dal famoso video su Zidane di Philippe Parreno ai paesaggi invernali di Ragnar Kjartansson». All’interno di questa sezione, ospitata negli spazi sotterranei della Strozzina, si svolge tutti i giorni anche la performance This you di Tino Sehgal, tra gli autori più radicali nel perseguire la smaterializzazione dell’opera d’arte.

Il razzo di Goshka Macuga nel cortile di Palazzo Strozzi
Il razzo di Goshka Macuga nel cortile di Palazzo Strozzi

 

L’inedito della mostra, infine, commissionato per l’occasione dalla Fondazione Sandretto, parla di viaggi spaziali e mondi futuribili, di «fantasia e realtà, aspirazioni e fallimenti», come afferma l’autrice, la polacca Goshka Macuga. Collocata nel cortile del Palazzo, la sua opera Gonogo è un enorme e lucido razzo, posto su una rampa di lancio fluorescente e collegato a una piattaforma digitale. «Non è facile “pescare” in una raccolta così varia. Ma vedendo la mostra finita sono convinto che ce la siamo cavata bene, mantenendo una narrazione principalmente per temi ma in parte anche cronologica, in un’architettura bellissima ma difficile. Qualche mese fa non ero così ottimista», riflette il curatore. «L’arte è una storia della quale non si scrive mai la fine, ma nel caso della Collezione Sandretto bisogna dire che di stelle, di nuovi parametri e valori ne sono stati scoperti davvero tanti. Naturalmente ogni collezionista fa le sue scelte e non tutti gli artisti acquisiti hanno avuto la fortuna prevista. Ma è impressionante vedere, in una collezione di più di mille lavori, quanti di questi siano opere centrali nella carriera dell’artista, sempre comprati al momento giusto. Va detto che i grandi collezionisti diventano anche “arbiter elegantiarum”: prima le tendenze si seguono, poi si anticipano e infine sei tu a lanciarle».

Questo approfondimento è tratto dal n. 595 di Arte. La rivista di arte, cultura e informazione è acquistabile in edicola o sul sito di Cairo Editore.

Arte marzo 2023: Reaching for the stars, la collezione della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in mostra a Palazzo Strozzi a Firenze
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Arte marzo 2023: Reaching for the stars, la collezione della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in mostra a Palazzo Strozzi a Firenze