Miart, la fiera d'arte contemporanea di Milano
Credits: Miart

Miart 2023: com'è andata?

di Alberto Fiz

La fiera di arte contemporanea più importante di Milano

In un “Crescendo” di eventi, esposizioni, premi, dibattiti e talk, la ventisettesima edizione della kermesse milanese richiama 169 gallerie italiane e internazionali. 

Visitatori di Miart 2023
Miart
Visitatori di Miart 2023

Che il direttore di Miart Nicola Ricciardi sia un appassionato di musica lirica appare evidente dagli slogan che utilizza. Dopo un’edizione post Covid intitolata Dismantling the silence (Smantellare il silenzio), si è passati l’anno dopo a Primo movimento e poi a Crescendo, per descrivere la ventisettesima edizione, in programma dal 14 al 16 aprile 2023 nei padiglioni della Fiera di Milano. È l’aumento graduale d’intensità dopo che si era deciso di organizzare un’edizione in settembre in quanto la pandemia aveva impedito di rispettare la consueta programmazione. Una scelta coraggiosa resa possibile dalla caparbietà dell’Ente Fiera e dalla disponibilità delle gallerie italiane, le uniche a poter partecipare con gli aeroporti di mezzo mondo ancora chiusi. Nonostante la buona volontà, i risultati non furono certo quelli auspicati. L’atmosfera appariva spettrale con un pubblico intimorito non solo dalle mascherine e dal distanziamento, ma anche dal fatto di ritrovarsi, dopo quasi due anni di lockdown, di fronte a un mercato che pareva estraneo. A Miart 2021 si conclusero pochi affari e in molti tornarono a casa convinti che fosse finita un’epoca: «Nessuno credeva più nel modello delle fiere», racconta Ricciardi. I soloni della critica e i sociologi d’accatto erano già pronti a teorizzare un mondo “phygital” e “onlife”. Tuttavia, sono bastati pochi mesi per smentire le più nefaste previsioni e, inaspettatamente, nell’aprile 2022 la fiera, come l’Araba Fenice, è risorta dalle ceneri con oltre 40mila visitatori. Code agli ingressi, collezionisti alla ricerca ansiosa di giovani griffati e molti investitori pronti ad approfittare dei “primi movimenti” di un mercato rimasto a lungo ingessato e dunque meno pretenzioso rispetto al 2017 e 2018, quando la speculazione soffiava sul fuoco.

Visitatori di Miart 2023
Miart
Visitatori di Miart 2023
Formazione classica

Ora è un “crescendo” con Miart 2023 che si presenta ai blocchi di partenza recuperando la formazione classica con quasi tutti i titolari delle gallerie italiane in campo, da Lia Rumma a Continua; da Galleria dello Scudo a Zero; da Minini ad Artiaco; da Galleria Maggiore a Mazzoleni. Quest’anno le gallerie sono 169 di cui i big 133, con soli 36 posti per i giovani. La quota per gli stranieri è tornata a salire sino al 40% e un parterre che pur non presentando le multinazionali come Hauser & Wirth, Pace o Gagosian, può contare su una selezione di tutto rispetto con Perrotin e Lelong di Parigi, Corvi-Mora di Londra, Klemm’s e Esther Schipper di Berlino, Andrew Kreps di New York e Misako & Rosen di Tokyo. Sebbene, come di consueto, la vigilia sia stata animata da qualche mugugno, il desiderio di conquistarsi un posto in prima fila nella mostra-mercato italiana più appetibile e commercialmente più redditizia è tornato a crescere. I pretendenti (le gallerie che fanno le application) si sono avvicinati a quelli del 2018 con la commissione che ne ha bocciati oltre cento (alcuni tra gli italiani si aspettavano maggior riconoscenza dopo aver “soccorso” Miart durante il periodo della pandemia). Sono saliti anche i premi per le acquisizioni, passati da tre a nove, un’opportunità per chi li riceve e una passerella per chi li organizza. Se il fondo di 100mila euro messo a disposizione dalla Fondazione Fiera si rinnova dal 2012, da quest’anno la Fondazione Henraux commissiona, nell’ambito di Miart, un’opera in marmo che per dodici mesi viene esposta al Museo del Novecento di Milano. La kermesse milanese è oramai un appuntamento imperdibile (con la fiera inizia anche la Milano art week con un’infinità di mostre ed eventi in città) e alla vernice si contano più vip che alla prima della Scala. Insieme al sindaco Giuseppe Sala e all’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, a calcare il red carpet non mancano politici, banchieri, industriali, economisti, star, starlette e influencer. Una girandola di nomi intorno a quello che solo una decina d’anni fa era considerato un appuntamento per addetti ai lavori, un supermarket dell’arte nemmeno tra i più sofisticati.

Crisi del digitale

A quanto pare la fiera è un modello vincente, mentre ciò che appare già superato è la sbornia del digitale. Ben pochi oggi investirebbero su nuove piattaforme o mostre-mercato esclusivamente online. Del resto, nel 2020 erano state profetiche le parole di Marc Spiegler, per quindici anni direttore di Art Basel, che aveva dichiarato: «Il mondo Amazon suona più come l’inferno che il paradiso. È un mondo che non ha il potere di muovere le nostre anime». Certo, l’ecosistema è profondamente cambiato, ma l’hi-tech è stato costretto a indietreggiare, come dimostra il fallimento della Silicon Valley Bank legata al settore tecnologico. Nemmeno il Metaverso appare più di moda come qualche mese fa e gli NFT sembrano soltanto un ricordo, tanto che a Miart sono completamente assenti. Ovviamente non si tratta di un ritorno alle origini, ma della necessità di ripensare nel suo complesso il sistema fluido e ibridato in cui anche l’arte è immersa.

Visitatori nei padiglioni di Miart 2023
Miart
Visitatori nei padiglioni di Miart 2023
Pittura, scultura e i nomi su cui investire

La mostra-mercato milanese ha rinunciato ai toni velleitari di un tempo e si presenta sobria nella sua costruzione essenziale. Come lo scorso anno, i nuclei tematici sono ridotti a tre, rendendo più agevole il percorso dello spettatore, che evita di venire sommerso da messaggi contraddittori e spesso fuorvianti. Questa volta distrarsi è quasi impossibile e persino i dibattiti e le conversazioni sono stati spostati alla Triennale, che durante i giorni della fiera ospita Miart live.

In fiera si entra da Emergent con le nuove proposte, una sezione che, a dire il vero, a Miart non ha mai brillato, per poi trovarsi in Established, la lunga carrellata dedicata alle gallerie di moderno e contemporaneo italiane e straniere. Al centro del percorso Decades, ottimo progetto che funziona come una macchina del tempo dove, attraverso dieci gallerie selezionate, si percorre un secolo passando da Oscar Ghiglia, il raffinato pittore toscano d’inizio Novecento ancora accessibile al di sotto dei 20mila euro proposto da Società di Belle Arti di Viareggio, per giungere allo scozzese Jim Lambie di scena da Franco Noero, con le sue sculture psichedeliche e stranianti in vendita a cifre che partono dai 30mila euro.

Nell’ambito di Decades s’incontrano affari di tutti i tempi per tutte le tasche, con Gio Ponti e Richard Ginori; Regina e Jacques Villeglé; Ugo Mulas e Pietro Consagra. Il panorama del mercato è comunque profondamente cambiato rispetto a sei anni fa, quando per incassare bastavano i pesi massimi con Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Manzoni, Enrico Castellani e Paolo Scheggi, che viaggiavano a cifre siderali, comprese tra 700mila e 3 milioni di euro. Ora il range si è molto abbassato e i collezionisti solo in rare occasioni si spingono oltre i 50-60mila euro, costringendo le gallerie a reinventarsi. Di fronte a un sistema sempre più parcellizzato, tra gli italiani sono molte le occasioni di riscoperte in un contesto dove si aprono prospettive in ambiti per lungo tempo mortificati, come quello dell’astratto-informale che oggi celebra Piero Dorazio. Ma i collezionisti avveduti sanno bene che si attende la riabilitazione anche di Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato e Achille Perilli. Il ritorno esplosivo della pittura favorisce i giovani, così come i tanti rimasti per anni all’opposizione come Aldo Mondino, Aldo Spoldi, Cesare Tacchi, Tano Festa, Franco Angeli e Sergio Lombardo. Del resto, la sensazione che ci sia gran fermento lo dimostra il boom di Salvo, passato in cinque anni da 8mila a 70mila euro.

Sempre un po’ in disparte, è ancora estremamente favorevole la scultura, con Mauro Staccioli, Giuseppe Uncini, Giuseppe Spagnulo, Luigi Mainolfi che attendono il riscatto. Miart infine rende omaggio a due artisti recentemente scomparsi, Gianfranco Baruchello e Piero Gilardi, destinati a incrementare i loro prezzi.

Il panorama è comunque molto più vasto, in una manifestazione dove a fare da capofila sono i grandi nomi del gotha internazionale con William Kentridge, Kiki Smith, Anish Kapoor, Gilbert & George, Antony Gormley, Elmgreen & Dragset. Ma per realizzare un buon investimento al di fuori del mainstream conviene privilegiare l’ambiguità, lo stupore, l’originalità e gli aspetti controversi di un’arte che sfugge ai canoni.

Visitatori di Miart 2023
Miart
Visitatori di Miart 2023
Oltre a Miart: l'offerta di Mia e (Un)fair

Insieme a Miart, la stagione primaverile delle fiere milanesi è caratterizzata da Mia-Milano image art fair e (Un)fair. Svoltasi dal 23 al 26 marzo, Mia è la più prestigiosa mostra-mercato italiana esclusivamente dedicata alla fotografia, in grado di coinvolgere oltre 100 espositori di cui il 30% provenienti dall’estero. Creata nel 2011 dal collezionista Fabio Castelli, ha avuto il merito di professionalizzare un settore dove si possono ancora realizzare ottimi affari partendo da 2-3 mila euro. Accanto ai maestri classici come Gabriele Basilico, Franco Fontana o Mario Giacomelli, la fiera è attenta ai fenomeni emergenti e agli aspetti multidisciplinari di un’indagine che dialoga con scultura, installazione, pittura e video, come emerge da Beyond photography, una delle sezioni più apprezzate. (Un)fair si rivolge alla nuova generazione di collezionisti ed espositori promuovendo ricerche underground che spesso rimangono ai margini del sistema ufficiale, come la Street art, l’Art brut, il fumetto o l’illustrazione. Non mancano progetti che si animano solo in rete, autodidatti o veri e propri outsider. Alla seconda edizione, andata in scena dal 3 al 5 marzo, opere a partire da 500 euro.

Arte Aprile 2023: speciale Milano, Miart, la fiera, i musei, le fondazioni e le gallerie di Arte contemporanea da scoprire a Milano
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Questo approfondimento è tratto dal n. 596 di Arte. La rivista di arte, cultura e informazione è acquistabile in edicola o sul sito di Cairo Editore.