Luigi Russolo

Portogruaro (VE), 30 aprile 1885 - Cerro di Laveno (VA), 4 febbraio 1941

CRITICA: Grande Maestro
MERCATO: estensione internazionale, fascia media (formato di riferimento: 50x70 cm; tra i 5.200 e i 10.500€), frequenza media

REFERENZE: Milano, Fonte d’Abisso; Portogruaro, Aiap Art Agency.

 

Formazione: nel 1901 Luigi Russolo si trasferisce con la famiglia da Portogruaro a Milano, dove diviene assistente di Toscanini e frequenta i corsi serali di pittura e nudo, e conosce G. Previati e R. Romani. Stringe amicizia con Umberto Boccioni, con cui condivide i temi della Madre, delle Periferie e con cui firma assieme a Marinetti, Carlo Carrà e Severini il Manifesto della Pittura Futurista. Segue i futuristi nelle loro mostre fino agli anni Trenta, con l’apparizione nella Biennale veneziana della Sarfatti del 1926 e poi nel 1930. Nel 1913 illustra il suo “manifesto futurista” su L’Arte dei Rumori, pubblicato a Milano nel 1916. Con Ugo Piatti costruisce gli strumenti, di cui deposita il brevetto, per la sua Arte dei Rumori che lo rende famoso nel mondo. Nei concerti di Parigi e Londra è seguito da Igor Stravinskij. Edgar Varése collabora con lui per anni ai suoi suoni e alle sue macchine: su tutti gli Intonarumori e Rumorarmonio. L’intuizione del suono-rumore gli dà la prima possibilità nella storia della musica di sintetizzare il rumore in modo meccanico e aprire a una ricchissima gamma di possibilità per i sistemi di sintesi elettronica della fonte sonora. A Parigi conosce il magnetizzatore Guido Torre e si avvicina allo Spiritismo. Nel 1934 scrive “Al di là della materia” e ha un colpo di coda geniale con l’invenzione del Classico Moderno. Di fronte alla Metafisica e al Ritorno all’Ordine degli ex amici, come Carrà, non cade nel tranello di un figurativismo accattivante. Vede oltre il contingente della figura dandogli una fissità fiabesca che tende all’Eternità filosofica.

 

Periodi e Soggetti: gli inizi sono di una pittura tardo simbolista trattata con pennellate alla maniera divisionista sino al 1912. Ciò si legge ampiamente nella fase incisoria che va dal 1906 al 1913, dove inizia con temi alla Ensor (Maschere) e alla Munch (Vampiro, il Bacio), assieme alle periferie e ai soggetti famigliari cari a lui e all’amico Umberto Boccioni, per aprirsi, poi, nel 1913, nella sua fase ultima con “Movimenti simultanei di una donna” che si ritrovano nella pittura appartenente al Musée di Grenoble con titolo “Sintesi plastica dei movimenti di una donna”. Questo è il periodo più florido, in cui dà alla luce opere come Profumo, Linee-forza della Folgore (1912), Impressioni di Bombardamento (1926); dopo il rientro da Tarragona in Spagna nell’eremo di Cerro Laveno, circondato da un paesaggio collinare e pacificato nell’anima, sviluppa il concetto di Classico Moderno, cioè di una classicità antica ma raccontata in termini moderni. Questo sarà l’avvio per opere di grande “metafisicità” come I tre Pini, Collina, Sera, Il Castagno, Alberi di Meriggio, Inverno, tutti titoli che declinano l’intenzione paesaggistica poi riportata in tempere. gouache, disegni che dimostrano l’amore per la natura fino alla sua fine. Solo nell’ultimo anno le sue opere hanno preso parte a importanti mostre: Milano, Museo del Novecento; Rovereto, MART; Venezia, Collezione Peggy Guggenheim; Portogruaro, Casa Russolo; Parigi, Centre Georges Pompidou; Grenoble, Museo Civico; Londra, Estorick Collection.