Jean Marie Barotte a Milano, tra Fotografia e Arte contemporanea

di Redazione

La prima importante retrospettiva dedicata all'opera di Jean-Marie Barotte apre alla Fabbrica del Vapore, a Milano, per un viaggio tra il teatro e l'arte contemporanea di fine Novecento. 

Nato nel 1954 da padre francese e madre italiana, un connubio che sarà fondamentale per la sua identità, Jean-Marie Barotte cresce frequentando gli ambienti culturali della scena milanese, in particolare il teatro di ricerca. Da questi suoi primi spettacoli, anche sotto la regia di Tadeusz Kantor, incomincia il percorso della mostra. Si tratta di ritratti e fotografie forti, in bianco e nero, opera di Maurizio Buscarino, un fotografo “nel teatro”.

L’esposizione si snoda quindi tra ambienti minimali, quasi labirintici, oggetti d’archivio e una preziosa video intervista degli ultimi anni. La produzione artistica di Barotte è qui esposta attraverso le sue opere principali, selezionate da un corpus di oltre 2000 esemplari, che affrontano i temi a lui più cari: la soglia, il limite, il varco. L’aspirazione di accompagnare l’osservatore oltre questo confine, in un passaggio dell’uomo dall’oscurità alla luce.

 

Nel corso di trenta anni di carriera, l’artista ricorse a numerose tecniche. Partito dal disegno e dalla scrittura manuale negli anni Ottanta, quasi esclusivamente in francese, e ai quali tornerà negli ultimi anni di vita, Barotte si affacciò poi a nuovi materiali come il vetro e la tela. Questi sono spesso trattati con la tecnica del fumo, una sua caratteristica e simbolo di profondi silenzi e inquietudini interiori, causati da un periodo buio della sua vita. Ma dove il colore esce, lì appare la luce, a cui l’uomo deve ancora aspirare.

All’interno del percorso nella Fabbrica del Vapore, non mancheranno infine opere legate a temi letterari, filosofici o religiosi, fortemente sentiti da Barotte. Dalla serie legata alla Divina Commedia dantesca, “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, a quella ispirata alla “Noche oscura” di san Juan de la Cruz, sino all’ultima sala che affronta il tema della morte, una soglia che l’artista era pronto ad attraversare, con pacatezza.

 

"Jean Marie Barotte" è quindi un’occasione unica per rendere omaggio ad una figura importante del teatro e dell’arte contemporanea in Italia recentemente scomparsa. La mostra, in corso alla Fabbrica del Vapore dal 5 al 31 ottobre, curata da Chiara Gatti e Marco Bazzini, si colloca così tra le più belle mostre del mese di ottobre nella penisola, delle quali vi diamo tutte le altre informazioni qui.