Il gabinetto di un collezionista nel XVII Secolo
Credits: The Walters Art Museum

Il collezionismo in Italia

Un'indagine sul mondo dei collezionisti d'arte negli ultimi due anni

È stata presentata la seconda edizione di “Collezionisti e valore dell’arte in Italia – 2022”, ricerca promossa da Intesa Sanpaolo Private Banking, in collaborazione con la Direzione Arte, Cultura e Beni Storici e la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Lo studio sul collezionismo d'arte presenta i profili dei collezionisti e delle tendenze emergenti, lo stato del mercato dell’arte italiano ed internazionale, con un approfondimento specifico sull’arte digitale, sugli acquisti online e sui Non Fungible Token (NFT).

Nell’ultimo biennio, il collezionismo e il mercato dell’arte sono stati influenzati dalle mutate condizioni di mobilità, dalla progressiva virtualizzazione degli scambi, dall’accresciuta globalizzazione dei mercati, dalla comparsa dei collezionisti nativi digitali e dalla costante crescita della quantità e della qualità del livello delle informazioni disponibili.

Ma chi sono i collezionisti italiani?

Dove vivono? Che professione svolgono? Cosa collezionano? Quali strumenti utilizzano e quali ragioni li inducono a collezionare? Quanto tempo e quante risorse dedicano a questa passione? Come pesano le motivazioni economiche e quelle emotive? Esistono tratti “nazionali” delle pratiche collezionistiche? Che impatto ha avuto la pandemia sulle loro strategie d’acquisto e cosa si aspettano nel futuro dal mercato dell’arte?

Domande che per lungo tempo non hanno trovato risposte soddisfacenti sulla base di analisi su campioni statisticamente robusti; per questa ragione, sulla scia delle principali esperienze internazionali, quest’anno la seconda edizione dell’indagine sui collezionisti d'arte moderna italiani e i collezionisti d'arte contemporanea italiani è stata realizzata in collaborazione con Artissima e ha introdotto due significative novità.

Innanzi tutto, un’analisi sociodemografica dell’universo di riferimento, ovvero la VIP Collectors List di Artissima, che vanta un numero straordinario di referenze nazionali; sono infatti 4.741 i collezionisti italiani presenti nel database della prestigiosa fiera torinese impiegato come base per l’invio della survey.

Cambio di genere: aumento delle collezioniste

Questa prima analisi sociodemografica evidenzia come nel collezionismo d'arte si sia affermata nell’ultimo ventennio – prima all’estero e poi anche in Italia – una nutrita e qualificata presenza femminile. Degno di nota il fenomeno del collezionismo “di coppia”, che vede un collezionista uomo/donna (main collector) affiancato dal partner (co-collector), con cui condivide le scelte, accanto a coppie che si muovano insieme, ma sviluppano raccolte personali.

La geografia del mercato dell'arte: dove sono presenti più collezionisti?

I dati geografici rivelano che i collezionisti dimorano in netta prevalenza nelle regioni settentrionali: più del 50% tra Lombardia e Piemonte, ma il collezionismo capillarmente diffuso sul territorio nazionale, dato che sono registrati 582 luoghi di residenza differenti, con un predominio – non sorprendente – dei grandi centri urbani, dato che più della metà dei collezionisti residenti in Italia vive in tre sole città, capeggiate da Milano, Torino e Roma - grandi nomi della storia del collezionismo d'arte.

Nuovi parametri: il lavoro, il budget, la gestione della collezione

Questa survey ha introdotto nuovi quesiti registrando l’adesione di 256 collezionisti: oltre il 70% del campione è formato da collezionisti “professionisti”, caratterizzati da esperienza longeva, comportamenti d’acquisto non occasionali e raccolte eclettiche (formate, in media, da 4 diverse tipologie di beni).

La maggioranza dei collezionisti acquista in media ogni anno meno di 10 nuove opere e il budget per le acquisizioni, nell’85% dei casi, rimane inferiore ai 100.000 euro, prediligendo opere d’arte contemporanee e/o post-war, mentre solo una minoranza raccoglie arte moderna.

L’86% dei collezionisti provvede autonomamente alla gestione della propria collezione e solo l’8% si avvale di un consulente o di servizi di art advisory. Più della metà dei collezionisti custodisce la collezione nella propria abitazione, seguita da altri luoghi di proprietà (14% in azienda, 13% in altra sede) e dai depositi (15%). Nella maggioranza dei casi le collezioni non sono accessibili al pubblico.

Inoltre, cresce la visibilità sociale e la riconoscibilità pubblica dei collezionisti italiani: mecenati e filantropi sono cresciuti dell’8,4% negli ultimi 4 anni e i fondatori di musei privati sono aumentati del 10,5% nel medesimo lasso di tempo.