Renato Birolli

Verona, 10 dicembre 1905 - Milano, 3 maggio 1959

Renato Birolli è nato a Verona nel 1905 ed è morto a Milano nel 1959.

 

L'opera considerata dall’artista, e dalla critica, come il suo primo significativo lavoro, inizio di una serie di fasi stilistiche successive, è il San Zeno Pescatore, del 1931. La produzione precedente, fino al 192930 viene negata dall’artista e in gran parte distrutta: tra quelle opere si conservano solo due tavolette datate 1921 e alcune tele rimaste a Verona o presso qualche familiare. Il San Zeno Pescatore viene esposto a Milano nel '32 in una mostra con Sassu, Manzù e Tomea alla Galleria del Milione, dalla quale gli architetti Orombelli e Figini acquistano tre piccole tele.

 

Sono gli anni molto difficili, eppure creativi, del sottotetto di Piazzale Susa, spesi nell'ambiente milanese di pittori (accanto a Persico, Carrà di cui era vice a «L'Ambrosiano») della nuova figurazione antinovecentista, che subito dopo scende in dialettica opposizione agli astrattisti.

 

La prima personale di Birolli è del '35, alla galleria Barbaroux di Milano, dove vende i Giocatori di Polo (1933) e il Tassì rosso (1933) all'ingegnere Ghiron di Alessandria. Nel ’38 espone a Genova alla Galleria Genova, dove vende all'avvocato Tarello per 400 lire, una piccola Sposa (1931), La camera verde e un gruppo di acquarelli. Ed è finalmente nel '40 che l'ingegnere Della Ragione - la cui raccolta è ora di proprietà della città di Firenze - diventa il suo primo vero collezionista. Dopo l'acquisto di un Valpolicella (1940), viene stabilito un contratto di 1500 lire che rimane valido sino agli anni della guerra. Anche altri collezionisti, come Emilio Jesi, si interessano alla produzione di Birolli, che riceve qualche riconoscimento al famoso II Premio Bergamo nel quale viene premiato il Gineceo (1940) - oggi proprietà della Pinacoteca di Brera.

 

Il critico più vicino a Birolli diviene Sandro Bini, il quale pubblica alcuni saggi e una piccola monografia; inoltre l'artista intesse legami con scrittori e poeti come Joppolo, Emanuelli, Quasimodo e altri, e nel '43 esce la prima edizione dei suoi Taccuini, che verranno ristampati completi nel '60 da Einaudi.

 

Nel '46 Cavellini diviene il nuovo collezionista di Birolli. Stipula con lui un contratto per alcune opere al mese fissando nel '49 la cifra mensile di 39.000 lire (si può quindi supporre che paghi ogni quadro 5/6.000 lire al mese). In quegli anni Cavellini acquista il gruppo più consistente dei disegni della Resistenza italiana (1944) per 200.000 lire - disegni poi rivenduti per 4.000.000 al Museo di Torino, col vincolo che rimanessero indivisi, come documentazione. Nel '52 Cavellini acquista inoltre il San Zeno Pescatore, per 300.000 lire - rivendendolo poi al Comune di Milano per 3.000.000. Cavellini non acquistò però mai un dipinto datato prima del '46.

 

La produzione di Renato Birolli è scandita da fasi successive sia prima che dopo il '45, in una maturata e riflessa trasformazione e autocritico ripensamento del proprio lavoro, anche quando ciò costituisce una rottura con la ricerca precedente; una produzione che culmina nel '48 con la mostra di Parigi, nella quale Birolli espone tutti i disegni lì dipinti.

 

Prima del '40 i soggetti più ricorrenti sono i Ginecei, l'Eldorado, e le opere col tema dei contadini con la falce, che rispecchiano una fase di partecipazione all'esistenza, di partecipazione attiva ai problemi politici, in contrasto col realismo socialista; fase il cui culmine si manifesta attraverso la produzione della famosa serie dei disegni Italia '44.

 

Dopo il '45 e dopo Le ragazze alla finestra del periodo parigino, Birolli volge ai temi della Liguria, degli Incendi alle 5 Terre, dei Canti popolari fiamminghi e alla stagione di Anversa.

 

Birolli assorbe in modo straordinario il colore dell'ambiente in cui vive: i quadri dipinti sull'Adriatico sono più verdi, sul Tirreno diventano più blu e gli ultimi, del periodo di Anversa, sono quasi bianchi.

 

I periodi di interruzione del lavoro, oltre all'ultimo anno di guerra, sono stati mesi di studio e di ricerca, che hanno coinciso con l'inizio dei nuovi cicli pittorici nelle diverse località di Bocca di Magra (Toscana), Cinque Terre (1955-58), Fossa Sejore (1953).

 

Il totale delle opere di Birolli si aggira sui 600 quadri ad olio e 300 tecniche miste.