Gian Maria Tosatti in mostra al Pirelli HangarBicocca di Milano

La mostra di Tosatti all'HangarBicocca

Pittura, spazio e tempo nel teatro di Gian Maria Tosatti

A Milano, negli spazi del Pirelli HangarBicocca, eredi postindustriali di visioni barocche, l’artista mette in scena un’atmosfera incantata e atemporale. 

Curata da Vicente Todolí e ospitata a Milano negli spazi dello Shed del Pirelli HangarBicocca, NOw/ here di Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) è la prima mostra istituzionale dell’artista dopo Storia della notte e destino delle comete (2022), opera con cui ha rappresentato il Padiglione Italia alla 59° Biennale di Venezia. NOw/here è una mostra potente dal titolo doppio. Interpretato come due parole separate (“now” e “here”), può ricordarci le ragioni di un “qui” e “ora”, di un heideggeriano Dasein che ribadisce l’esistere nello Spazio e nel Tempo; ma se letto fuso in un’unica parola (“nowhere”) celebra il suo irriducibile contrario: il non essere in alcun luogo.

L'opera di Gian Maria Tosatti in esposizione al Pirelli HangarBicocca a Milano
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NOw/here

Oltre l’ambiguità del titolo, Tosatti sembra voler spiazzare con una mostra (apparentemente) di pura pittura ed effettivamente l’artista ci regala una grande lezione sui valori ottico-compositivi dell’astrazione, sulle qualità simboliche dei materiali, sull’utilizzo sapientemente teatralizzato della luce; in realtà l’essenza di questo nuovo lavoro non si basa sulla celebrazione tout court del medium, ma gioca piuttosto su un dispositivo di calibrata mise en scène della pittura. Sotto questo preciso punto di vista, NOw/here è assolutamente in linea con l’elemento fondante del lavoro di Tosatti, ovvero la radicale ridefinizione degli spazi, complice il malcelato “peccato originale” del teatro, che da sempre contraddistingue il suo modus operandi, abbinato a una complessa rete di riferimenti storici, artistici, sociali, politici e letterari.

Gian Maria Tosatti, l'artista in mostra al Pirelli HangarBicocca a Milano
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Gian Maria Tosatti, l'artista in mostra al Pirelli HangarBicocca a Milano

Le dieci tele della serie NOw/here (2023) che titola la mostra pendono dal soffitto. Tosatti è intervenuto delicatamente con un sapiente sistema di velature di grafite e carboncino, utilizzando un metodo compositivo di accostamento cromatico a piccoli tratti, quasi divisionista, che conferisce alle opere un’atmosfera incantata e atemporale, di raffinato paesaggio mentale. La trama sottile e stratificata dei grigi permette di scrutare nell’immensità della notte, illuminata da elementi bianchi che la squarciano. Immediato il riferimento alle lucciole di pasoliniana memoria, già protagoniste del Destino delle comete, l’eroica chiusura del Padiglione Italia. Oltre lo slittamento intermediale dall’installazione ambientale alla pittura, sia Ritratti che NOw/here si riconnettono tematicamente al lavoro che Tosatti porta avanti dal 2018 sulla crisi della democrazia. Attingono alla tradizione aulica della storia dell’arte per raccontarci le lacerazioni e le contraddizioni del presente. Se l’Episodio di Odessa e la stessa architettura compositiva del Padiglione Italia restituivano con lancinante fedeltà il clima di una guerra che sembrava già prevista nella spettrografia del presente dell’artista, questi ultimi lavori riflettono consapevolmente sulla crisi non solo della democrazia ma dell’intera civiltà occidentale, perennemente in bilico tra evoluzione e catastrofe.

L'opera di Gian Maria Tosatti in esposizione al Pirelli HangarBicocca a Milano
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Ritratto #003

I dispositivi che Tosatti concepisce e dispone abilmente negli spazi – non facili – dello Shed sono gli eredi postindustriali delle scenografie barocche, degli apparati effimeri che attraverso sapienti effetti di luce creavano giochi di inganni e disinganni ottici. E la luce ha sempre un ruolo fondamentale nel lavoro di Tosatti, basti pensare a My heart is a void, the void is a mirror, episodio di Odessa (2020), o allo stesso Padiglione Italia. Centrale è ancora il ruolo della luce nelle due nuove serie di lavori che l’artista ha prodotto per quest’occasione. Ritratti (2022) è composta da quattro opere di grandi dimensioni, lastre di ferro assemblate in strutture solenni dipinte con oro e ruggine che si apparentano formalmente alle pareti della suggestiva sala delle macchine tessili, al culmine della Storia della Notte che informava “il primo atto” del Padiglione Italia. In questa occasione sono presentate come icone, mute e solenni, sostenute da strutture di tubi industriali, come i grandi cartelloni pubblicitari persi lungo le statali d’America (dove l’artista ha vissuto per dieci anni). L’oro che le domina rimanda alla tradizione millenaria della pittura occidentale, ai fondi della pittura bizantina ma anche alla memoria alchemica dell’arte italiana: Gino De Dominicis, Vettor Pisani, Luciano Fabro e Jannis Kounellis, tra i numi tutelari di Gian Maria Tosatti. D’altronde, l’oro domina già Lucifero (2015) agli ex Magazzini Generali del Porto di Napoli, terza tappa di quelle Sette stagioni dello spirito (2013-2016), in cui la traccia del Castello interiore (1577) di Santa Teresa “de Jesus” intercettava lo schema ascensionale della Commedia dantesca. Il destino di Lucifero (dal latino lucifer, “portatore di luce”) era evocato dalle citazioni bibliche inscritte nell’architrave dell’edificio in foglia d’oro, mentre l’ambiente monocromo d’oro che si accampava al centro dei 3.000 metri quadrati della sala si poneva come un tabernacolo.

L'opera di Gian Maria Tosatti in esposizione al Pirelli HangarBicocca a Milano
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Ritratto #003

Questo approfondimento è tratto dal n. 596 di Arte. La rivista di arte, cultura e informazione è acquistabile in edicola o sul sito di Cairo Editore.

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