Arnaldo Pomodoro in America
La fortuna dell'artista italiano negli Stati Uniti
Alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano una mostra di sculture, disegni e grafiche realizzate tra 1966 e 1974, i cosiddetti “anni americani” di Arnaldo Pomodoro.
Già scultore affermato in Italia (nel 1962 era stato invitato a Sculture nella città a Spoleto, nel 1964 aveva avuto la sala personale della Biennale di Venezia e nel 1966 sarà all’Expo di Montreal), frequenta l’Università di Stanford e insegna in quella di Berkeley, entrando in contatto con il nascente Minimalismo (la mostra Primary structures è del 1967).
Se molti artisti italiani dopo il 1964 subiranno il fascino iconico delle ricerche New Dada e pop, Arnaldo Pomodoro negli Stati Uniti avrà modo di semplificare le superfici delle sue sfere, cilindri e parallelepipedi scavati di natura informale, organica e meccanica allo stesso tempo, riducendone le forme a volumi cromati, riflettenti e lisci, a vuoti e pieni nella loro algida geometria.
È così che nel 1966 darà vita a opere come i Rotanti, Forma X, Onda o nel 1969 a sperimentazioni litografiche dai colori vivaci e in linea con le ricerche della Op art (tra cui il libro d’artista Esperimenti sul metodo del 1967 con poesie di Roberto Sanesi), e realizzerà sculture in cui l’aspetto “industriale” sarà portato all’estremo, cancellando del tutto ogni venatura di natura arcaica o esistenziale. L’importanza di Pomodoro in questi “anni americani” sta inoltre nella sua attività di tramite culturale tra le ricerche plastiche d’oltreoceano e la loro diffusione in Italia: nel 1968 si fece promotore della presenza di opere di Tony Smith, Donald Judd e Robert Morris alla Biennale di Venezia.
Una curiosità: l’artista collabora al film Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni, girato in Ca- lifornia nel 1969, parteci- pando alla decorazione del celebre monoplano dai colori psichedelici e slogan pacifisti.