Maddalena: il mistero e l'immagine
A Forlì la mostra sulla grande figura biblica
Una figura emerge dal profondo della nostra storia. Quella di una donna misteriosa e a lungo travisata. Il suo nome è speciale in Israele. Myriam in ebraico, Maryam in aramaico, Maria in greco: il nome della sorella di Mosè. Distinta dalle altre e nota grazie al nome del luogo nel quale sarebbe nata: quella donna è Maria Maddalena.
In epoca ellenistica, Màgdala di Galilea era un piccolo centro romano-giudaico sulle sponde del lago di Tiberiade. Una torre romana identificava la cittadina: in ebraico Màgdala, da migdol, significa torre. Anche il toponimo ha assunto in lei un significato simbolico: ella sta. Determinata e ferma, come una torre. Questa figura avvolta nel mistero è collegata a eventi fondamentali riguardanti il racconto della vita e della morte di Gesù di Nazareth: la morte in croce, la sepoltura, la scomparsa del corpo, l’annunciata resurrezione.
A lei l’arte, la letteratura, il cinema hanno dedicato centinaia di opere. L’arte soprattutto, ponendola al centro della propria produzione e dando vita a capolavori che segnano, lungo la trama del tempo, l’arte stessa e i suoi sviluppi. E come in uno specchio, ogni epoca l’ha guardata, guardandosi; l’ha contemplata, cercando l’ideale di sé, della propria immagine; l’ha sorvegliata e spiata, scoprendo i propri vizi dentro le proprie virtù.
In questa singola donna si sono agglutinate e confuse nei secoli infinite altre figure femminili, simbolo di peccato e di pentimento, di fedeltà e di sofferenza, di ossessione e di amore, di fecondità e di sapienza, di carnalità e di santità, creando una trama narrativa che, soprattutto attraverso l’arte, ne ha fatto l’“oscuro oggetto del desiderio” della nostra storia. E come in un gioco di sovraimpressioni, di figure interscambiabili - gioco di parole attraverso i volti, sovrapposizione di volti che danno vita a parole nuove -, il moltiplicarsi dei significati lungo i secoli rende complessa la ricostruzione della formidabile galleria di immagini che l’hanno rappresentata e resa una figura mitica. E ancor più difficile è per noi oggi il ritrovamento della sua autentica identità.
Chi era davvero la Maddalena? E perché si è generata e sviluppata quella confusa, affascinante sequenza di rappresentazioni che hanno portato alla costruzione della sua sfaccettata identità?
Con lei l’arte si è confrontata trovando occasioni interpretative per ridefinire volta a volta sé stessa e rappresentare il sentimento del proprio tempo. L’esposizione forlivese del 2022 intende indagare, attraverso alcune delle più preziose e affascinanti opere d’arte che l’hanno immaginata e figurata - oltre 200 capolavori di ogni tempo, dall’ellenismo al Novecento -, il mistero irrisolto, che ancora ci inquieta e ci affascina, di una donna di nome Maria.
Tra i grandi maestri, affascinati dalla figura della Maddalena, sono presenti in mostra Masaccio, Crivelli, Van der Weiden, Signorelli, Bellini, Perugino, Barocci, Savoldo, Mazzoni, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Domenichino, Guercino, Vouet, Reni, Lanfranco, Mengs, Canova, Hayez, Delacroix, Böcklin, Previati, Rouault, Chagall, De Chirico, Guttuso, Melotti, Sutherland, Bill Viola.
Forlì
Musei San Domenico
27 marzo-10 luglio 2022
Informazioni e prenotazioni
0543 36 217
mostraforli@tosc.it
Questo approfondimento è tratto dal n. 583 di Arte. La rivista di arte, cultura e informazione è acquistabile in edicola o qui.