Pippo Oriani

Torino, 25 giugno 1909 - Roma, 8 dicembre 1972

Formazione e Periodi: intrapresi gli studi in architettura, Pippo Oriani si dedica alla pittura e frequenta il Caffè Nazionale, incontra Fillia e il gruppo futurista torinese, gli architetti Pagano, Persico e Levi Montalcini, Casorati e il Gruppo dei Sei. Con Fillia crea un forte sodalizio dal quale si originerà quello che sarà il “Secondo Futurismo Torinese”, con l’apporto teorico di Enrico Prampolini. Su invito di Prampolini, esordisce nel Padiglione Futurista alla Esposizione Internazionale di Torino del 1928 e poi partecipa a tutte le importanti mostre dei futuristi in Italia e all’estero.

 

Sempre su sollecitazione di Prampolini si reca a Parigi e vi soggiornerà a lungo tra il 1929 e 1933 frequentando i maggiori artisti delle avanguardie: Zadkine, Lèger, Kandinskij, Delaunay, Picasso, Deslaw, Le Corbusier, Sephor, Severini. Nella capitale francese espone alla Galerie 23, da Bernheim Jaune e incontra il mercante Paul Rosenberg col quale avrà un contratto per le sue opere. A Torino e a Parigi girerà insieme a Cordero e Martina (montaggio di Deslaw) il film “Vitesse- Velocità”, oggi unico film futurista esistente.

 

Spirito curioso e sperimentatore, teso a ricerche formali e tecniche come la riscoperta dell’encausto pompeiano, partecipa dal 1932 a tutte le Biennali di Venezia sino allo scoppio della guerra. Convinto antifascista, partecipa clandestinamente alla lotta partigiana (nel Biellese) sino alla Liberazione; gli verrà offerto un incarico ministeriale a Roma che rifiuterà per tornare a vita privata.

 

Negli anni Cinquanta svolge intensa attività nel campo dell’architettura, design e arredamento, negli anni Sessanta riprende a dipingere con un revival di una pittura “cubo-futurista”, come ebbe a definirla Enrico Crispolti: importante la creazione di una pittura riferita ad archetipi primordiali con le sue “Presenze umane”.

 

Soggetti: la sua prima produzione pittorica è contraddistinta dalla scomposizione dell’immagine e dall’uso del collage, con riferimenti al Post-Cubismo francese e a Gino Severini. Dei primi anni Trenta sono le opere riconducibili al tema dell’aeropittura.

 

Svolge inoltre un’intensa attività nell’ambito dell’arredamento e della plastica murale, e realizza il film d’avanguardia Vitesse (1930-31), oggi unico film futurista esistente. In seguito recupera elementi figurativi espressionisti, con vaghi ricordi matissiani e, nel dopoguerra, evoca immagini primordiali.

 

Tecniche: oli su tela, encausti graffiti su cartonegessato, cartoni telati, collage, pastelli.