Osvaldo Licini

Monte Vidon Corrado (AP), 22 marzo 1894 - Monte Vidon Corrado (AP), 11 settembre 1958

Formazione: Osvaldo Licini frequenta le Accademie di Belle Arti di Bologna e Firenze. Nel 1917 si reca a Parigi, che rimane la sua residenza preferita fino al 1926. Conosce A. Modigliani, A. Derain, P. Picasso ed espone regolarmente al Salon d’Automne e al Salon des Indépendants.

 

Periodi e Soggetti: in una nota autobiografica l’artista individua nella propria evoluzione pittorica tre momenti: “Primitivismo fantastico” (1913-15); “Episodi di guerra (1915-20, quasi tutti distrutti)” ; “Realismo” (1920-29), quest’ultimo riferito ai paesaggi postimpressionisti e alle nature morte influenzate da P. Cézanne e H. Matisse. Nei primi anni Trenta abbandona lo stile figurativo e passa all’Astrattismo; nel 1935 espone alla prima Mostra collettiva d’arte astratta italiana, svoltasi nello studio di F. Casorati e Paulucci a Torino. Nel dopoguerra la sua ricerca acquista maggiore autonomia compositiva, dando vita a una personale mitologia di figure immaginarie. È questa una pittura incantata, dove si sospendono e trascorrono, su fondi per lo più monocromi, intense e misteriose apparizioni di forme, di figure immaginarie, rese con una libertà di visione ricca di accenti fantastico-surreali. Tra le serie più significative di questo periodo ci sono “Angeli ribelli”, “Amalassunte” e “Notturni”.

 

Tecniche: tradizionali in pittura e disegno.