Federica Di Pietrantonio
Formazione: Federica Di Pietrantonio nasce nel 1996 a Roma, dove attualmente vive e lavora.
Studia Pittura presso RUFA – Rome University of Fine Arts laureandosi nel 2019, e svolge la sua ricerca-tesi spending free time presso KASK (Ghent, Belgium).
Nel 2017 viene selezionata per Mediterranea 18 Young Artists Biennale e l’anno successivo entra a far parte di Spazio In Situ, artist-run space e spazio condiviso di co-working situato nel quartiere periferico romano di Tor Bella Monaca.
Nel 2020 vince con l’opera does the body know il premio speciale Emergenti di Fondazione Cultura e Arte, XIII edizione del Talent Prize promosso dalla rivista Inside Art, Premio che la vede tra i finalisti anche nelle successive edizioni del 2021 e 2022. Sempre nel 2021 viene selezionata da NAM - Not a Museum per la residenza Superblast presso Manifattura Tabacchi (Firenze) con il progetto not so far away.
Nel 2022 ha partecipato a VRAL #49 nell’ambito del Milan Machinima Festival ed è stata invitata a presentare il suo lavoro al MEET – Digital Culture Center di Milano in occasione del convegno internazionale The New Atlas of Digital Art. Nel 2023 riceve l’invito per una residenza presso SODA - School of Digital Arts (Manchester) in collaborazione con Quadriennale Roma.
Dal 2018 nasce la collaborazione con Andrea Frosolini, che dà vita ai progetti ISIT (progetto editoriale indipendente e piattaforma curatoriale) e alla coppia artistica AFFDP. Di Pietrantonio ha esposto in spazi privati ed istituzionali, tra cui Manifattura Tabacchi (Firenze), Las Palmas (Lisbona), Una Vetrina (Roma), Temple University Gallery (Roma), The Gallery Apart (Roma), Spazio In Situ (Roma), TILT (Renens, Svizzera), GAM – Galleria d’Arte Moderna (Roma), Virginia Bianchi Gallery (online), Adiacenze (Bologna), ADI Design Museum (Milano).
Tra le mostre personali si segnalano in particolare everynight i try to find the light but sometimes it’s too cold presso la Fondazione smART – polo per l’arte di Roma (2022), il duo show con Andrea Frosolini dumpster love youself presso Adiacenze a Bologna, il progetto lost in myst a Celleno (VT) (2021) e my life as yours da The Gallery Apart Roma (2020).
Soggetti e tecniche: la sua ricerca nasce da esperienze su piattaforme sociali e realtà virtuali/simulate. L’esperienza virtuale, attraverso traduzioni di medium in medium, dallo screenshot al disegno digitale alla pittura, è un pretesto per ripercorrere una memoria individuale offrendola come collettiva. La ricerca spesso si svolge in luoghi di archeologia virtuale, dove convivono splendore e decadenza, ad esempio Second Life o Myst. È soprattutto in pittura che si manifesta il lavoro di traduzione e traslazione dalla superficie digitale alla tela, cioè dalle piattaforme virtuali dove storie e personaggi concretamente nascono, alla superficie reale della tela dove invece le immagini assumono un valore ideale e dunque paradossalmente virtuale in quanto universale. I luoghi privati non solo vengono condivisi e resi pubblici ma attraverso il massimo dell’affidamento individuale lo spettatore riceve un messaggio generale da introiettare e, per l’ennesima volta, ritradurre. Il videogioco delimita il perimetro al cui interno si sviluppa il processo artistico, dove standardizzazione della personalità e illusione della propria individualità trovano contemporaneamente posto secondo modalità libere di relazione ed interazione. La traduzione dalla virtualità del gioco alla realtà della tela trova nell’adozione della dimensione reale una ineludibile conseguenza.