Gli Impressionisti: le mostre e la storia
Credits: Jean-Pierre Dalbéra

150 anni di Impressionismo

di Elena Pontiggia

Le storia e le mostre in Europa e in Italia

I musei di Parigi, Colonia e Milano si preparano a celebrare l’anniversario della nascita del movimento artistico di Monet e compagni: scopri le imperdibili mostre sugli Impressionisti e gli altri grandi artisti da vedere in Italia.

Una data fondamentale che ha segnato l’avvio di tutte le avanguardie.

Leroy, Nadar e la mostra che fece la storia dell'Impressionismo

Il 25 aprile 1874 il critico Louis Leroy recensisce sulla rivista Charivari una mostra aperta a Parigi nel vecchio studio del fotografo Nadar. È una collettiva della Società anonima dei pittori, scultori, incisori, un’associazione nata pochi mesi prima, di cui fanno parte Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Camille Pissarro, Edgar Degas, Paul Cézanne, Berthe Morisot e altri. Nel suo articolo Leroy critica tutti quegli artisti, ribattezzandoli col nome di un quadro di Monet esposto in mostra, Impression: soleil levant (Impressione: al levar del sole). Impressionisti, dunque, li chiama con qualche disprezzo. È facile oggi ironizzare sulla scarsa preveggenza del povero Leroy, noto solo per quel suo errore di valutazione, ma provate a mettervi nei suoi panni. Abituato, come tutti i suoi contemporanei, a una pittura finita e rifinita, ora doveva accontentarsi di un dipinto come quello di Monet, con poche virgole appena accennate, qualche striscia di colore in cui si distinguevano a mala pena i profili delle navi e, in una barca, due piccole sagome, poco più che due segmenti. Si può capire il suo sconcerto. Certo, vedendo oggi l’opera al Musée d’Orsay, esposta nella mostra che si intitola appunto Parigi 1874. Inventare l’Impressionismo, si rimane semmai commossi dal silenzio in cui è immersa la composizione. È l’alba, il sole sta sorgendo, tutto è ancora velato di nebbia e due figurette in primo piano si fermano stupefatte a osservare quella luce rosa, avvertendo forse confusamente la piccolezza dell’uomo di fronte alla vastità della natura. L’immagine non ci sorprende più, ma da quella mostra da Nadar sono passati centocinquant’anni, e non sono passati invano.

Impression, soleil levant
Jean-Pierre Dalbéra
Impression, soleil levant
L'Impressionismo: gli inizi

Quando è nato l'Impressionismo?

L’Impressionismo, in realtà, nel 1874 era nato da almeno un decennio, cioè da quando, intorno al 1863, Monet, Renoir, Sisley e Jean-Frédéric Bazille avevano iniziato a dipingere en plein air (all’aria aperta, non più in studio) i paesaggi di Fontainebleau, della Senna e dell’Oise, concentrandosi soprattutto sullo studio dei riflessi dell’acqua, sui colori mutevoli del cielo e delle foglie. A quella cerchia di artisti si erano poi aggiunti gradualmente gli altri prima citati. L’Impressionismo, comunque, non è mai stato un gruppo. È stato piuttosto un clima espressivo, i cui protagonisti prenderanno poi altre strade. Monet stesso, che incarna più di tutti gli ideali di quella stagione, dichiarerà:

«Mi spiace di essere all’origine del nome che si è dato a un certo movimento, composto di gente che per la maggior parte non aveva nulla di impressionista».

Aveva ragione. Guardiamo le altre opere esposte al Musée d’Orsay.

Quali sono gli artisti impressionisti?

Lasciamo perdere Édouard Manet, che impressionista non è, semmai è un anticipatore della tendenza. Lo sbuffo bianco del treno nel suo Le chemin de fer, 1873, può avvicinarsi alle nuvole di Monet e compagni, che però eliminano il nero e le terre, sostituendoli con i colori dell’iride. Anche La classe de danse, 1870 circa, di Degas, ha poco in comune con il paesaggio di cui parlavamo. Il suo punto di contatto con gli impressionisti consiste piuttosto nella rappresentazione della “vita moderna”, che è il vero soggetto dei pittori dell’en plein air. Così Degas dipinge teatri, ippodromi, caffè, danzatrici (spesso pretesto, queste ultime, per uno studio di scorci e posizioni inusuali, che rivelano la sua conoscenza di Hokusai e delle stampe giapponesi). L’artista però non ha mai voluto considerarsi un impressionista, pur partecipando alle loro mostre. Va meglio se guardiamo il Jardin de la ville de Pontoise, 1874, di Pissarro, che ha la stessa leggerezza, e quasi la stessa vaporosità, del Levar del sole di Monet. Ma anche qui è soprattutto l’attenzione a un momento di vita vissuta che lo accomuna alla tendenza, perché l’Impressionismo, in effetti, è una forma di realismo che elimina i soggetti letterari, religiosi, simbolici, storici. Conta solo quello che l’occhio vede.

L'impressionismo: l'importanza della luce

Così nel Bal au Moulin de la Galette Renoir rappresenta una giornata di festa in rue Lepic, a Montmartre, dove un certo Debray aveva allestito una sala da ballo all’aperto, dandole il nome dell’antico mulino. È un pomeriggio di primavera del 1876, illuminato da un sole che penetra fra le foglie degli alberi e cade a gocce rotonde sul vestito della ragazza in primo piano, sulla giacca del giovane che le siede accanto, sulle figure danzanti. Dal punto di vista pittorico il centro del quadro è appunto la luce: un chiarore intermittente, pulsante, che appare e sparisce, una lux non perpetua ma momentanea, che testimonia la propria brevità (l’Impressionismo, che sembra così ridente e festoso, ha invece un fondo amaro, perché dipinge l’attimo effimero, che non ha durata). Renoir si sofferma poi sul rapporto psicologico tra le figure: la ragazza immersa in una sua fantasia, la madre accorta e protettiva, il corteggiatore con gli amici. Sulla sinistra una bambina bionda suggerisce discretamente il secondo atto della scena: la vita si ripete in nuove figure, mentre le altre sono destinate a dileguarsi, come i danzatori che si allontanano sullo sfondo. La stessa attenzione al presente e all’introspezione psicologica si ritrova anche in La soeur de l’artiste à la fenêtre, 1869, di Berthe Morisot, esposta ora al Wallraf-Richartz Museum di Colonia nella mostra Parigi 1874. Rivoluzione in arte. Eppure Monet e compagni non erano affatto quella compagnia compatta, dipinta da Henri Fantin-Latour in Un atelier aux Batignolles, 1870: da sinistra vediamo Manet al cavalletto, Renoir con un cappello, Emile Zola (lo scrittore amico degli impressionisti) con in mano gli occhiali, Bazille di profilo e Monet su una sedia. Bazille, tra l’altro, morirà pochi mesi dopo, a ventisei anni, nella guerra con la Prussia.

Le differenze fra gli impressionisti

La loro concordia discordante si può dedurre anche dal percorso dei singoli artisti. Solo Monet rimane fedele alla pittura en plein air. Cézanne e Renoir, per limitarci ai due protagonisti dell’omonima mostra di Palazzo Reale, prendono strade diverse. Il primo, anzi, è definito postimpressionista nei libri di storia dell’arte (per quel che contano).

Cézanne: post impressionista e pre cubista

Di fatto, dopo le iniziali partecipazioni alle mostre della Società anonima, cerca per tutta la vita di “solidificare l’Impressionismo”; come amava dire. Cioè di dipingere qualcosa che vada oltre l’attimo. Nella natura morta Pommes et biscuits, 1880, per esempio (una di quelle “incredibili mele di Cézanne”, che secondo Woody Allen sono una delle dieci cose per cui vale la pena di vivere), non c’è più nulla di vaporoso. Le mele hanno un peso, un volume, una densità. Sono anche dipinte con una prospettiva sgrammaticata che ne rafforza la massa, anticipando il Cubismo, ma questa è un’altra storia.

Renoir: classicismo che anticipica il ritorno all'ordine

Quanto a Renoir, più o meno nello stesso periodo considera esaurita l’esperienza dell’en plein air che aveva praticato durante la giovinezza. Dopo di allora continua a dipingere per quasi quarant’anni, superando le istanze impressioniste, anzi negandole, in nome di una classicità moderna di cui nel Novecento è uno dei precursori. Nel Nudo in un paesaggio del 1883, la ragazza immersa nel verde si ispira ai nudi rinascimentali. La vegetazione è soffice, come se fosse tessuta in una bambagia gialla e azzurra, e ha ancora una vaporosità impressionista, ma la figura ha una consistenza insieme nuova e antica. Il soggetto non è una domenica a Parigi, ma un’ideale terra mediterranea, dove la storia è riassorbita nella natura. Più che la descrizione di un episodio reale è l’apparizione di un sogno.

Le mostre sull'impressionismo

Proprio in occasione dei 150 anni dalla loro prima mostra, sono tante le mostre sugli Impressionisti - e non solo - che sono state organizzate in tutta Italia: scopri le migliori mostre del 2024, ma anche le mostre di Marzo, le mostre di Aprile e le mostre di Maggio.

Questo approfondimento è tratto dal n. 606 di Arte. La rivista di arte, cultura e informazione è acquistabile in edicola o sul sito di Cairo Editore.

Arte Febbraio 2024
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