Paolo Bini
Formazione: sin dagli esordi, Paolo Bini si muove nell’ambito dell’astrazione, ma è nel 2013 che i suoi dipinti sono scanditi da sequenze lineari orizzontali, talvolta verticali, distribuite e circoscritte all’interno di geometrie rigorose.
Soggetti e tecniche: le opere di Paolo Bini, realizzate con nastri di carta dipinti singolarmente e applicati su supporti come tela e tavola, sono superfici astratte modulari, monocrome o multicolori, che assumono la tradizionale forma del quadro oppure quella dell’installazione ambientale.
Alla produzione bidimensionale Bini affianca diversi interventi installativi, nei quali i suoi moduli pittorici si fanno presenza oggettuale, come Approdo (2014), quattro tavole monumentali dalle tinte brillanti e sature, che dialogano con l’architettura di Palazzo Mezzacapo di Maiori (Salerno).
Al centro della ricerca di Bini ci sono il colore e la sua forza suggestiva, che derivano dai ricordi dei suoi numerosi viaggi in Europa e in Sudafrica. È così che le immagini del suo vissuto si traducono in una trama policroma e stratificata. Sono dei paesaggi mentali, come esplicita il titolo dell’opera vincitrice della 17° edizione del Premio Cairo, "Luoghi del sé", dove la giustapposizione di strisce dai toni rarefatti riflette una realtà indeterminata quanto armonica. All’interno di una ricerca di un nuovo modo pittorico spicca la modalità del processo creativo, nella capacità di utilizzare gli elementi essenziali che compongono il linguaggio con cui è costruito il lavoro.