Mario Mafai

Roma, 15 febbraio 1902 - Roma, 31 marzo 1965

Formazione: verso il 1920 Mario Mafai abbandona gli studi per dedicarsi alla pittura. L’incontro con Antonietta Raphäel amplia il suo raggio d’interesse, accostandolo alla pittura di A. Modigliani, C. Soutine e M. Chagall.

 

Periodi e Soggetti: già alcuni lavori del 1924 rivelano un Realismo contraddistinto da forti contrasti di colore, che si accentua ulteriormente negli anni successivi, fino a raggiungere caratteri espressionisti. Nel 1927, con Antonietta Raphäel, Mario Mafai si trasferisce nella casa-studio vicino a via Cavour, frequentata anche da Scipione e M. Mazzacurati, che nel 1929 R. Longhi battezza “Scuola di via Cavour”. Negli anni Trenta dipinge la serie delle “Fantasie” (1939-41), grovigli di nudi o grottesche maschere che recuperano le fonti più svariate (F. Goya, J.L.T. Géricault, G. Grosz).

Dopo il 1950 Mafai si accosta parzialmente al Neorealismo e verso la fine del decennio avvia un periodo astratto-informale. Capace, come pochi altri in Italia ai suoi tempi, d’interpretare la grande svolta coloristica avviata a inizio secolo dall’Espressionismo, traducendola in una ricerca figurativa fortemente legata a Roma nei soggetti, nella luce e nella sensibilità all’ambiente. In tutta la sua pittura c’è un uso forte, quasi drammatico, del colore, le cui sintassi raccontano il tempo, il disfacimento in atto dalla guerra.

 

Tecniche: tradizionali pittoriche.