Alighiero Boetti. La Mostra sull'Arte Povera e l'Identità a Roma
In occasione del trentennale dalla scomparsa di Alighiero Boetti, maestro dell'Arte Povera, l'Accademia Nazionale di San Luca di Roma ospita la mostra "Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando", che esplora temi chiave dell’arte contemporanea a lui cari, come il doppio e la proliferazione.
Curata da Marco Tirelli, in collaborazione con Caterina Boetti, la mostra celebra il contributo dell'artista all'arte povera e al panorama artistico globale, mettendo in luce il suo approccio innovativo alla scultura, alla mail art e alla riflessione sul tempo e l'identità.
Con un allestimento che si sviluppa attraverso il Salone d'Onore, la Sala Bianca e il porticato borrominiano di Palazzo Carpegna, la mostra presenta alcune delle opere più significative di Boetti. Tra queste, spicca "Opera postale" (De bouche à oreille), un'installazione imponente, summa di tutto il suo lavoro, che esplora la moltiplicazione e la casualità attraverso 506 buste e 506 disegni a tecnica mista. Questo lavoro ci mostra chiaramente l'interesse e l'approccio dell'artista verso il tempo, le sequenze e la sistematica ricerca di codici nascosti.
Il doppio è un altro tema ricorrente nell'arte di Alighiero Boetti, che viene esplorato in modo potente in opere presenti in mostra. Ad esempio, nel famoso fotomontaggio "Gemelli" (1968) che indaga l'identità e l’alterità.
La frase dell'artista “Io sono io, lui è lui” (1972) incarna perfettamente la sua visione dell'arte contemporanea, in cui l’alterità non è mai semplicemente un riflesso, ma una componente fondamentale della propria identità. Questo concetto si manifesta anche nelle sue sculture e installazioni, come "Autoritratto in bronzo" (1993), che, oltre a richiamare forme di spiritualità primordiali e magia, esplora la trasformazione dell'individuo in una ricerca continua di nuove identità.
Le opere di Boetti non sono mai statiche, ma si trasformano sotto gli occhi dello spettatore. Come sottolinea Marco Tirelli, “Nessuna opera di Alighiero si esaurisce in sé stessa, nel suo corpo fisico o nella data in cui è stata realizzata, ma apre sempre a nuovo senso, ad altro da sé. Le sue opere sono proteiformi, si trasformano sotto il nostro sguardo. Inquietano e rassicurano allo stesso tempo”. Questa "mutabilità" è evidente anche in opere come il polittico "Storia naturale della moltiplicazione" (1974-1975), che rappresentano il concetto di molteplicità come un continuo divenire. Boetti ha reinventato la pratica dell’arte povera con il suo approccio visionario e la sua riflessione sul tempo e sul destino.
La mostra "Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando" è quindi un'opportunità unica di esplorare l’opera di uno degli artisti più influenti dell'arte contemporanea italiana. La rassegna, che rimarrà aperta fino al 15 febbraio 2025, è un'occasione imperdibile per riscoprire il suo genio visionario e la sua riflessione profonda sull'identità, sul tempo e sulla realtà stessa.
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