Getulio Alviani

Udine, 5 settembre 1939 - Milano, 24 febbraio 2018

Formazione: giovanissimo, Getulio Alviani ha avuto una forte attrazione per i fenomeni ottici e percettivi.

 

Periodi e Soggetti: le superfici a testura vibratile sono state la sua ricerca iniziale e propedeutica: sono costituite da lamine in alluminio o acciaio fresate o tornite sulle quali la luce ha un ruolo determinante. Seguono, negli anni Sessanta, lo studio e la realizzazione delle strutture ottico-dinamiche, speculari, delle cromostrutture, le analisi di vibratilità luminosa e le esperienze di Pop Art e di cinetica visuale. Dal 1965 si dedica agli environment, sperimenta l’integrazione delle arti visive nell’architettura e nell’ambiente e studia l’influenza della percezione visiva nel comportamento psicologico dell’uomo. Del 1974 sono le superfici e le strutture tridimensionali generate da formulazioni matematiche. Negli stessi anni è intensa l’attività espositiva in prestigiose sedi anche internazionali. Dal 1981 al 1985 ha ristrutturato e diretto il Museo d’Arte Moderna di Ciudad Bolívar, in Venezuela, da lui consacrato all’arte di ricerca ottico-costruttiva. Il lavoro che ha impegnato l’artista negli anni va fatto risalire ai tempi del concretismo e a quelli del Bauhaus: innanzitutto capire le motivazioni delle proposte cinetiche (e le relazioni tra fotografia e cinema, da una parte, e arti figurative dall’altra), mettendo a confronto le ricerche attuate, sviluppate su una linea così concepita, con la nostra cultura dominata dalla fenomenologia.

 

Tecniche: l’individuazione e la sperimentazione delle tecniche, così come la scelta dei materiali da impiegare, sono in relazione alla natura della ricerca