Come analizzare un'opera d'arte

L'analisi di un'opera d'arte

di Andrea de Liberis
Analisi estetica e tecnica di esecuzione
Provenienza del bene
Biografia dell’artista
Descrizione del bene e datazione
Attribuzione
Strumenti per le analisi tecnico scientifiche

Come identificare la morfologia di un bene artistico

L’analisi dovrebbe seguire un corretto percorso metodologico, accertando i seguenti punti e compiendo un esame comparato sostenuto da opere certificate. 

Come analizzare un’opera: uno schema

  • Analisi estetica e tecnica di esecuzione: concerne la composizione formale dell’opera intesa come tecnica applicata. Occorre verificare sul dipinto, per esempio, il tratto originale e la capacità esecutiva, elementi entrambi che esprimono e identificano la gestualità tipica dell’artista di riferimento.
  • Provenienza del bene: deve trasmetterci i dati essenziali delle precedenti compravendite, attraverso le quali il dipinto è giunto all’ultimo proprietario. Ciò era già previsto con la legge n. 1062 del 1971, primo regolamento relativo alla contraffazione, voluto fortemente da artisti come Renato Guttuso e altri danneggiati da una dilagante falsificazione, che obbligava gli artisti alla realizzazione di archivi, con il compito di certificare le opere da loro prodotte. Peraltro in molti casi sono stati gli artisti stessi a omettere l’archiviazione per evitare di dichiarare le vendite e non essere sottoposti alla conseguente imposizione fiscale.
  • Biografia dell’artista: ci rende nota l’attività dell’artista, elemento necessario perché aiuta il collezionista o l’esperto a collocare l’esecuzione dell’opera nell’ambito del contesto storico specifico.
  • Descrizione del bene e datazione: si realizza attraverso l’identificazione dei dati tecnici di esecuzione, cui vanno aggiunti l’elemento fondamentale della data, le dimensioni e il titolo. Firma: s’identifica attraverso un confronto diretto con la grafia originale.
  • Attribuzione: viene stabilita esclusivamente attraverso lo studio di compatibilità con un'opera certificata. Ciò comporta la stesura di una relazione da parte dell’esperto tesa a trasmettere dati probatori, come avviene normalmente nell’ambito del contenzioso giudiziario, dove una semplice dichiarazione o argomentazione, non sostenuta da elementi persuasivi ed efficaci, non è in grado di produrre effetti significativi. Al contrario, una perizia elaborata con elementi qualificati, frutto di un’ampia analisi comparata e in grado di confermare l’autenticità o non autenticità di un’opera, in caso di contenzioso giudiziario diventa fondamentale per il giudice, che viene messo in condizione di emettere un'adeguata sentenza.

Analisi tecnico-scientifiche

Al fianco di queste analisi sono spesso necessari esami di carattere tecnico-scientifico, utili per opere che abbiano almeno cinquanta o sessant’anni. I risultati di questi esami diagnostici ci trasmettono i dati necessari per esprimere un parere più sicuro. 

Gli strumenti per le analisi tecnico scientifiche delle opere d’arte

Vengono utilizzati tutti gli strumenti oggi in produzione, dall’uso dei raggi X per importanti opere antiche, volti ad analizzare la presenza di eventuali manufatti sotto il dipinto, la presenza di eventuali pentimenti dell’artista, la stessa preparazione del supporto.

La lampada di Wood, ai raggi ultravioletti, serve per evidenziare eventuali restauri o manipolazioni sul dipinto, come alterazioni o iscrizioni di firme compiacenti. L’esame chimico della composizione dei colori è finalizzato alla identificazione dei pigmenti e della loro epoca di produzione. Esempi: la presenza di bianco di zinco su un dipinto dimostra una esecuzione avvenuta dopo il primo Ottocento; la presenza di rosso di cadmio che l'opera risulta eseguita dopo il primo Novecento; il bianco di titanio, più recente, è stato commercializzato dopo gli anni Quaranta del Ventesimo secolo, pur essendo stato realizzato negli anni Venti del Novecento; la presenza del bianco di piombo conferma la realizzazione in epoca antecedente il 1800.

La lampada ai raggi infrarossi ha lo scopo di verificare eventuali disegni preparatori sottostanti. Questo sistema, di recente applicazione, collegato alla riflettografia a infrarossi, consente di svelare aspetti della realtà pittorica, aprendo all’esperto nuove vie di confronto e di conferma alle proprie ipotesi.

La riflettografia a infrarossi consente di visualizzare elementi sottostanti allo strato visibile diventando sostanzialmente strumento atto a rivelare la presenza di disegni o bozze sopra lo strato di preparazione del supporto. Ciò contribuisce a definire l’evolversi dell’idea compositiva e del procedimento creativo attuato dall’artista. Questo esame si verifica in virtù della permeabilità degli strati di colore sensibili alle variazioni infrarosse e riesce a identificare le caratteristiche dei componenti dei pigmenti, in base alle differenti reazioni alle radiazioni.

In tutti i casi il mezzo tecnico può rivelarci una serie di elementi occultati alla vista e ci consente una rilettura dell’opera, attraverso la quale l'esperto può trasmettere un attento giudizio. L’applicazione della macrofotografia rende più evidente la materia del dipinto nel dimostrare la presenza della cristallizzazione del colore attraverso le relative craquelures (screpolature) del pigmento.

L’importanza dell’analisi scientifica

Con i risultati dell’esame diagnostico l’esperto potrà beneficiare dei dati raccolti per precisare la morfologia dell’opera o l’attribuzione a un determinato artista, nonché la datazione storica del manufatto.

Tali indagini occupano un campo particolare tra le metodiche tese a migliorare le conoscenze e la natura delle opere pittoriche. Le indagini fotografiche appartengono a un settore interessante fra le metodiche non invasive, a differenza per esempio del prelievo dei campioni dei film pittorici delle preparazioni sottostanti. Non di rado può accadere di documentare, grazie alla macrofotografia, aspetti di sicuro carattere fraudolento, come nel caso della presenza di screpolature di invecchiamento.

Al di là del problema della falsificazione, è certo che i mezzi d’indagine attualmente disponibili possono essere utilizzati su aree e tematiche più ampie come nel restauro per opere per lo più antiche, anche se non possiamo nasconderci che anche opere di appena cinquanta-sessanta anni sono spesso sottoposte a interventi di carattere conservativo.

In realtà l’esame scientifico non può e non deve essere fine a se stesso, ma rappresenta la raccolta di un insieme di dati ottenuti con l’applicazione di diversi metodi di analisi, la cui elaborazione costituisce la base per una collaborazione tra la scienza e l’esperienza estetica di un qualificato esperto d’arte, per una valutazione definitiva del manufatto oggetto di esame.