Mario Sironi

Tempio Pausania (SS), 12 maggio 1885 - Milano, 13 agosto 1961

Nel 1902 Mario Sironi si trasferisce a Roma e l’anno successivo frequenta la Scuola libera di nudo. Conosce Balla, Boccioni e Carrà; nel 1914 si trasferisce definitivamente a Milano, dove entra in contatto con il Movimento futurista. Le prime esperienze pittoriche sono influenzate dal Divisionismo. Le opere del periodo futurista (1913-15) rivelano uno spiccato interesse per il volume e per la plasticità della materia.

 

Dal 1919 la sua pittura si accosta a certe cadenze metafisiche e stranianti diffuse dalla rivista “Valori Plastici” e le sue opere sono caratterizzate da una visione disincantata della realtà urbano-industriale, da toni fuligginosi carichi di smog. È tra i fondatori del Gruppo dei Sette Pittori di Novecento, promotore di un “ritorno al classico”, in direzione arcaica.

 

Dopo la pubblicazione del Manifesto della Pittura Murale (1931), si dedica alla realizzazione di vetrate, mosaici, bassorilievi e soprattutto murali che esaltano la dottrina dello “Stato corporativo”. Nel dopoguerra torna alla pittura da cavalletto, con lavori in cui convergono le esperienze precedenti.