Segni Epocali. Tra mito e Arte contemporanea, Fernando Mangone a Paestum

13.11.2024

Il 26 ottobre, nel cuore del Parco Archeologico di Paestum, è stata inaugurata la mostra "Segni Epocali: Fernando Mangone racconta Paestum", un evento che unisce passato e presente, arte contemporanea e memoria storica. L’esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2025, trasforma Paestum in un palcoscenico dove le meraviglie archeologiche si intrecciano con la forza espressiva della pittura di Mangone.

Dialogo tra arte antica e moderna

In dialogo con il maestoso Tempio di Nettuno, Mangone ha realizzato un’opera monumentale: un polittico di 20 tele, esteso su una lunghezza di 40 metri, che celebra le immagini iconiche del sito archeologico. L'artista ha catturato l’essenza di Paestum e dei suoi archetipi mitologici attraverso un linguaggio pittorico che spazia dal dinamismo contemporaneo alla riflessione sul passato antico. La pittura di Mangone è infatti in grado di mutare, rivelando nuove anime a seconda della variazione temporale, creando così un dialogo tra la luce naturale e l’energia visiva delle sue tele.

L'installazione è diventata un’esperienza immersiva che si estende anche all’interno del Tempio di Nettuno, dove alcune delle tele sono state collocate, permettendo ai visitatori di camminare tra le colonne e di vivere un incontro diretto con la storia.

Un percorso che attraversa il tempo

La mostra è un progetto ambizioso che intreccia l’arte di Mangone con la tradizione storica di Paestum. L’artista, da oltre trent'anni impegnato a reinterpretare il patrimonio pestano, ha creato un’opera che va oltre la mera rappresentazione visiva: è un invito a immergersi in una dimensione in cui la memoria storica si fa contemporanea, dando vita a un nuovo dialogo tra passato e presente.

Come sottolineato da Tiziana D’Angelo, Direttore dei Parchi Archeologici di Paestum e Velia, "Segni Epocali. Fernando Mangone racconta Paestum" non è solo una mostra, ma un percorso che "attraversa epoche diverse" e restituisce a Paestum una nuova vitalità. L’opera di Mangone, con la sua natura performativa, riesce a dare un respiro nuovo alla città antica, facendola rivivere sotto una luce diversa, quasi "altra", che riporta alla memoria il paesaggio della Poseidonia greca-lucana.

Un viaggio nell'eredità di Paestum

Il curatore Luciano Carini ha evidenziato come Mangone, grazie alla sua conoscenza profonda della storia dell'arte, riesca a fondere passato e contemporaneità, facendo dialogare le immagini classiche con una sensibilità moderna. La mostra diventa così un viaggio attraverso l’eredità della Magna Grecia, un percorso che rende il passato di Paestum parte integrante della nostra contemporaneità.

A corredo dell’esposizione, è stato realizzato un catalogo speciale, curato da Carlo Motta, che raccoglie le immagini della mostra e approfondisce il dialogo tra l’opera di Mangone e il sito archeologico. Il catalogo è un’opera da collezione, un modo per continuare a esplorare la mostra anche al di fuori del Parco Archeologico, con una selezione di immagini e testi che raccontano il processo creativo di Mangone e il suo incontro con Paestum.

"Segni Epocali" è una mostra che non si limita a esporre arte, ma invita il pubblico a intraprendere un viaggio che unisce la bellezza senza tempo di Paestum con la potenza evocativa dell’arte contemporanea. Un’esperienza che non solo celebra la storia, ma la fa rivivere con un nuovo linguaggio, unendo il mito alla modernità.